Lo dicono i proverbi, a cui forse non diamo mai molta importanza, nonostante siano frutto dell’esperienza e dell’osservazione, e lo dicono gli anziani e i saggi, per lo stesso identico motivo: “ogni cosa ha il suo tempo“; una frase, insieme a tante altre, che racconta piccole semplici verità che appartengono a tutti, senza distinzione di colori, ceti sociali, contesti e modelli culturali.
L’ESEMPIO DELLA NATURA
La natura, come sempre, insegna, c’è un momento per ogni cosa: per preparare il terreno, per nutrirlo e far crescere, per maturare e raccogliere e per cadere e tornare a riposare.
Lo avevano bene in mente i nostri antenati e, ancora oggi, le popolazioni indigene, quando per orientarsi nelle faccende quotidiane prendevano a riferimento il sole e la luna, il giorno e la notte, il caldo e il freddo, agendo con più o meno intensità in base ai ritmi scanditi dal meteo, dalla stagione, dalla valutazione del momento più opportuno.
Bisogna fermarsi a guardare gli agricoltori e i campi coltivati (e per fortuna qui le occasioni non mancano) per avere di nuovo la percezione di questa routine di lavori e soste che si alternano con cadenza regolare.
RITORNARE AD OSSERVARE
E bisogna fermare i pensieri vorticosi e la macchina accelerata al massimo per realizzare che è così anche per noi, che nonostante tutti i nostri sforzi e il nostro dispendio di energie, nonostante le migliori intenzioni, le cose hanno bisogno di tempo per mettere radici, attecchire, formarsi e dare i loro frutti.
Ci sono eventi che arrivano all’improvviso e portano inaspettate novità e altre che destabilizzano e necessitano un periodo di elaborazione e corretta valutazione; ci sono situazioni che possono svilupparsi rapidamente e altre che, invece, necessitano di decine di primavere prima di sbloccarsi; ci sono persone che possono fiorire improvvisamente e altre che non riusciranno mai a sbocciare completamente; ci sono rapporti che possono crescere e migliorare costantemente e altri che devono affrontare venti e tempeste prima di fortificarsi. E ci sono diverse velocità di trasformazione.
Come fare? Gioendo per ciò che c’è e attendendo. Lasciar maturare. Stando nel presente, dando valore ad ogni passo, allenando la pazienza di chi confida nel futuro e nel potenziale che dimora in ogni seme, accettando gli imprevisti, allenarsi al cambiamento.
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